Lo sviluppo biologico del melanoma come sopra riportato sembra caratterizzato da due fasi distinte: la fase di crescita orizzontale e quella di crescita verticale. La transizione dalla crescita orizzontale a quella verticale è un elemento prognosticamente negativo.
Evenienza non rara in questa neoplasia è il fenomeno dell’autoregressione spontanea della lesione primitiva che può in alcuni casi manifestarsi solo per la comparsa delle metastasi regionali e a distanza(3-5% dei casi). La neoplasia diffonde sia per via linfatica sia per via ematica. La tendenza per uno dei due tipi di diffusione non è prevedibile anche se è ragionevole supporre che melanomi sottili diano preferibilmente metastasi per via linfatica. Esistono casi in cui la lesione primaria ha tendenza a rimanere a lungo localizzata, ma ci sono anche casi in cui il decorso clinico può essere considerato esplosivo con una rapidissima disseminazione viscerale e cutanea malgrado una diagnosi tempestiva e una terapia chirurgica adeguata.
In circa il 50% dei pazienti che hanno ripresa di malattia la prima presentazione è a livello dei linfonodi regionali, nel 25% il melanoma metastatizza direttamente a distanza e nel restante 25% diffonde contemporaneamente sia ai linfonodi regionali sia a distanza. Nei pazienti con metastasi linfonodali l’evoluzione della malattia è legata al numero dei linfonodi metastatici e all’estensione (embolica, parziale, massiva, linfo e perilinfonodale) della metastasi nel linfonodo. In assenza di trattamenti adiuvanti si è visto che circa il 25-40% dei pazienti va incontro a guarigione. Sebbene in fase avanzata le metastasi possano essere ubiquitarie, i quadri clinici più caratteristici comprendono la diffusione polmonare, la disseminazione cutanea e/o sottocutanea, la metastatizzazione cerebrale. Altre sedi di compromissione particolari e che possono produrre complicazioni cliniche di rilievo sono costituite dalle metastasi all’intestino tenue (occlusione, emorragie), alla milza e al miocardio (aritmie).
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