Luoghi comuni da sfatare

  • “non svegliare il can che dorme”: ancora oggi è possibile sentire questa battuta che riflette la vecchia credenza popolare che togliere un neo fosse pericoloso; niente di più sbagliato…l’escissione chirurgica permette la certezza della diagnosi e può risolvere il problema.
  • “I nevi presenti in sede di traumatismi ripetuti (esempio mani o pianta dei piedi) devono essere asportati perché possono trasformarsi in melanoma”: Esistono dati in letteratura che non convalidano questo dato: i nevi delle zone sottoposte a traumi, anche ripetuti, hanno la stessa percentuale di trasformarsi in melanoma, degli altri nevi sparsi sul resto del corpo.
  • “I nevi congeniti devono essere asportati in pubertà per evitare degenerazione”: Ricordiamo che nevi congeniti che possono degenerare in età adulta sono i nevi congeniti giganti (alla nascita 20 cm di diametro) e non tutti : in letteratura esiste una percentuale variabile dal 10 al 20% di nevi melanocitici congeniti giganti che possono “alterarsi”.
  • “I nevi melanocitici (acquisiti o congeniti che siano) devono essere protetti con protezioni solari totali”: paradossalmente il nevo, per la maggior concentrazione di melanina (prodotta dai melanocitici e responsabile del loro colore marrone) al suo interno, si protegge di più di qualsiasi altra zona corporea non coperta dal nevo. E’ quindi fondamentale proteggere le zone prive di nevi piuttosto che il nevo stesso.
  • “I nevi scuri ed in rilievo sono più pericolosi di quelli piatti”: I nevi dermici del volto con componente pilifera o quelli moriformi anche se esteticamente “vistosi” sono abitualmente benigni.

Infine un nevo può andare incontro a fenomeni infiammatori che modificano la loro superficie o la loro forma in presenza o meno di un trauma. Per esempio la presenza di ghiandole, dette unità pilo-sebacee, all’interno del nevo può portare ad aumento di volume della lesione che diventa anche dolente. Questo è dovuto ad un processo infiammatorio a carico delle ghiandole, che regredisce spontaneamente in alcuni giorni.

Alcuni nevi possono produrre delle cisti follicollari che ne alterano la superficie: la cisti poi si rompe spontaneamente con comparsa di edema (gonfiore) ed eritema (arrossamento) intorno al nevo che scompare quasi sempre senza terapia. Infine i nevi peduncolati e/o rilevati possono essere oggetto di traumatismo ripetuto e possono produrre sanguinamento, prurito, edema, eritema croste ed ulcerazioni.

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