Una visita esige, per essere condotta in modo corretto, l’osservazione delle seguenti norme:
La dermatoscopia, conosciuta anche come dermoscopia, microscopia cutanea di superficie, microscopia a luce riflessa, microscopia ad epiluminescenza (ELM) e diascopia ad ingrandimento, è una metodica semplice, non invasiva, in grado di fornire valide informazioni nello studio delle lesioni pigmentate in generale e del melanoma in particolare, permettendo l’osservazione in vivo di caratteri morfologici strutturali superficiali della cute non altrimenti apprezzabili.
La tecnica consiste nel ricoprire inizialmente la lesione con un sottile strato di liquido: l’olio da immersione è preferibile, ma si possono utilizzare anche alcool o acqua. Il fluido riduce notevolmente il fenomeno della rifrazione della luce rendendo trasparente lo strato corneo. Negli strumenti a luce polarizzata non è necessraria l’applicazione di olio.
La lesione viene quindi illuminata con una luce incidente ed esaminata con un microscopio manuale (dermatoscopio) o un sistema digitale di acquisizione di immagini che permettono un ingrandimento da 6 a 40 volte e talora fino a 100.
La dermatoscopia consente l’analisi morfologica degli starti superficiali della cute (strutture pigmentarie dell’epidermide, giunzione dermo-epidermica, derma papillare, plesso capillare superficiale) ed è utile in tutte quelle lesioni cutanee pigmentate non classificabili con certezza con il solo esame clinico.
In alcuni casi il dubbio diagnostico non è risolto nemmeno dall’esame dermoscopico per cui risulta necessaria l’asportazione chirurgica con esame istologico della lesione. Quindi il primo livello di screening per le lesioni pigmentate della cute è clinico e in passato a questo seguiva la valutazione istologica o il controllo nel tempo della neoformazione. Oggi l’esame dermatoscopico permette, a volte, di superare il dubbio clinico (in positivo o in negativo) e negli altri casi consente un controllo nel tempo con maggiore accuratezza.
Diverse apparecchiature possono essere utilizzate per l’esame dermoscopico e per l’acquisizione delle immagini. Nei nostri ambulatori utilizziamo quotidianamente il dermatoscopio manuale, strumento piccolo e maneggevole che permette un esame accurato, facile e rapido.
E’ costituito da un manico, contenente l’alimentazione a batteria, sormontato da una testina formata da un sistema di illuminazione (lampada alogena 3,5 V) e da una lente sferica acromatica che, appoggiata direttamente sulla cute, consente un ingrandimento di 10 volte e la messa a fuoco del 100% dell’area osservata.
Un altro strumento utile nella pratica clinica ambulatoriale è il videodermatoscopio digitale portatile. E’ uno strumento discretamente maneggevole e di facile uso. Il sistema è composto da una sonda digitale per l’ acquisizione di immagini dermatoscopiche connessa ad un computer ad alte prestazioni grafiche per la loro visualizzazione e archiviazione.
La sonda incorpora un sensore ad alta risoluzione ( 1280×1024 pixel ) e di elevata fedeltà cromatica e un sistema di illuminazione a stato solido che consentono di acquisire immagini delle lesioni cutanee in condizioni di riproducibilità, permettendo di valutarne l’ evoluzione nel tempo. Il corredo ottico prevede diversi obiettivi, a vari ingrandimenti in funzione delle dimensioni della lesione da documentare.
Le immagini digitalizzate quindi possono essere archiviate mediante uno speciale software ed eventualmente stampate mediante una stampante collegata al computer permettendo una valutazione retrospettiva ed un successivo follow-up delle lesioni cutanee. Inoltre connettendo il sistema a rete telematica è possibile effettuare consulenze teledermoscopiche.
L’esigenza di migliorarsi continuamente, rende necessario un adeguamento dei supporti tecnologici utilizzati, un costante aggiornamento mediante organizzazione di seminari convegni ed incontri scientifici.
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Video gentilmente offerto da “La Roche-Posay”